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ROL: ARTE, SPIRITUALITÀ E MISTERO

«Alla fine della guerra dipingevo nelle strade alla luce dell’alba per cogliere effetti che si accordassero con la speranza grande di una rinascita che ritenevo immancabile; od almeno, con la serenità che mi era rimasta, fra tanti orrori, nel cuore. Ma chi si accorgeva, intorno a me, di quei miei sentimenti?» G. Rol

Gustavo Adolfo Rol, figura enigmatica e poliedrica del Novecento italiano, ha lasciato un’impronta indelebile non solo nel campo della spiritualità e del paranormale, ma anche nell’arte e nella cultura. La sua personalità magnetica, la sua visione del mondo e i suoi presunti poteri straordinari hanno affascinato alcuni dei più grandi artisti del suo tempo, influenzandoli in modi che ancora oggi suscitano curiosità e ammirazione.

Rol era un enigma vivente. Telecinesi, levitazione, attraversamento di pareti, viaggi nel tempo, precognizione, telepatia, chiaroveggenza e materializzazioni erano solo alcune delle capacità che gli venivano attribuite. Eppure, nonostante queste abilità quasi inconcepibili, Rol manteneva un atteggiamento di grande umanità e semplicità. Questo equilibrio tra il mistero e la normalità lo rendeva unico, un ponte tra il terreno e il trascendente.

Le sue straordinarie capacità attiravano l’attenzione di personaggi illustri, da attori e registi a politici e scrittori. Considerato un uomo di grande cultura e carisma, Rol era in grado di affascinare chiunque incontrasse. Il suo salotto torinese divenne un punto di incontro per intellettuali e artisti, curiosi di scoprire i suoi talenti e di vivere esperienze che sfidavano le leggi della fisica. Tra coloro che hanno subito il suo fascino, spiccano nomi illustri come Buzzati, Visconti e Mastroianni.

Un rapporto particolarmente significativo fu quello con Federico Fellini, che lo definiva “il personaggio più portentoso” che avesse mai incontrato. Fellini, con la sua sensibilità e il suo genio creativo, intravedeva in Rol non solo un uomo dotato di poteri quasi sovrumani, ma anche un’anima profondamente spirituale e umile, capace di una connessione profonda con il divino. “La mia vita si divide in ‘prima di Rol’ e ‘dopo Rol'”, dichiarava Fellini, sottolineando il profondo impatto che questo straordinario uomo ebbe sulla sua esistenza. I due si conobbero negli anni ’60, un periodo in cui il regista era alla ricerca di nuove ispirazioni per i suoi film. Fellini, attratto dall’insolito e dal sovrannaturale, rimase profondamente colpito dalla personalità magnetica e dall’idea di “forze invisibili” che Rol sosteneva di essere in grado di controllare.

La figura di Rol contribuì a plasmare la visione artistica del regista. Nei film di Fellini, il mistero e il soprannaturale non sono mai affrontati in modo diretto o didascalico; al contrario, permeano la narrazione, lasciando allo spettatore la libertà di interpretare. Questa scelta stilistica ricorda l’approccio di Rol, che si rifiutava di spiegare le sue capacità paranormali, preferendo lasciare spazio al dubbio e alla meraviglia. Pellicole come La Dolce Vita”, “8½” e Giulietta degli Spiriti sono intrise di elementi surreali, simbolismi e atmosfere che sfidano la logica razionale. Rol, con le sue idee sulla spiritualità e la trascendenza, potrebbe aver stimolato Fellini a esplorare queste tematiche in modo più profondo e personale.

Anche l’interesse di Fellini per i sogni e l’inconscio, tematiche ricorrenti nella sua filmografia, potrebbe essere stato rafforzato dal rapporto con Rol. Egli credeva che la mente umana fosse capace di accedere a dimensioni superiori, un concetto che Fellini ha tradotto in immagini potenti e indimenticabili. Il regista ha spesso descritto i suoi film come sogni ad occhi aperti, un terreno dove realtà e fantasia si fondono in un’unica esperienza sensoriale.

La straordinaria influenza di Rol non si fermò ai confini italiani. Anche personalità del mondo artistico e culturale internazionale, come Jean Cocteau, furono affascinate da lui. L’artista francese considerava Rol una testimonianza vivente dei confini sottili tra realtà e immaginazione, un tema ricorrente nelle sue opere. Sebbene non esistano documenti concreti che attestino una collaborazione tra i due, l’incontro con Rol alimentò l’interesse di Cocteau per gli aspetti più enigmatici dell’esistenza.

Rol non era solo un uomo di filosofia e mistero, ma anche un artista. Dipingeva, scriveva poesie e suonava il violino e il pianoforte, dimostrando una sensibilità che riverberava in tutte le sue attività. Questa sua inclinazione verso l’arte lo rendeva un interlocutore prezioso per pittori e scultori, che trovavano in lui un riflesso delle proprie inquietudini e aspirazioni creative. Tra i nomi più celebri che ebbero rapporti con Rol, troviamo Mario Tozzi e Felice Casorati. Casorati, spesso incentrato sull’idea di equilibrio e mistero, trovava eco nelle convinzioni di Rol, che vedeva nell’arte uno strumento per avvicinarsi al trascendente. Anche Umberto Mastroianni, celebre scultore noto per le sue opere astratte e dinamiche, fu affascinato dalle teorie di Rol riguardo all’energia universale e al movimento perpetuo.

Il legame tra Rol e il mondo dell’arte è un esempio di come la spiritualità e la creatività possano intrecciarsi, dando vita a un dialogo profondo e arricchente. Ancora oggi, il suo nome suscita interesse e curiosità, non solo per i suoi doni straordinari, ma anche per l’influenza che ha esercitato su coloro che lo hanno conosciuto. Gli artisti che lo frequentarono trovarono in lui non solo un amico, ma anche un maestro e una guida verso nuove dimensioni dell’espressione artistica.

Quadro raffigurato: Il ramo spezzato di Gustavo Rol, 1980