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NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

Domani Isabella affronterà l’esame di maturità. È un momento importante, lo sappiamo. Un confine simbolico, un prima e un dopo, un punto fermo che tutti ricordano. Ma per noi — per chi l’ha vista crescere ogni giorno — la vera maturità è iniziata molto prima.

È iniziata nelle notti in bianco. In quelle ore silenziose in cui la casa dormiva e lei era ancora lì, con la luce accesa, i libri aperti, gli occhi stanchi ma la mente ancora concentrata. Notti in cui non c’erano riflettori, applausi o risultati immediati. Solo lei, il suo impegno e quel senso di responsabilità che si portava addosso come una seconda pelle.

Perché Isabella non ha mai fatto le cose “tanto per”. Ha sempre voluto dare il meglio. Non per competere con gli altri, ma per rispetto verso sé stessa. Perché quando credi in qualcosa, non ti tiri indietro.

Neanche se sei stanca. Neanche se sei giovane. Neanche se fuori tutti ti dicono “basta il minimo”.

E poi c’è quella fatica invisibile, ma profonda, che conosce bene solo chi ha vissuto il peso sottile e costante di essere “fra i primi della classe”. Perché sì, può sembrare un vantaggio, un’etichetta positiva, un ruolo comodo. Ma la verità è che non lo è mai davvero. Essere “tra i primi” significa spesso sentirsi sola. Significa che gli altri si aspettano sempre tanto da te, a volte troppo. Significa che il tuo errore pesa il doppio. Che il tuo silenzio viene interpretato, il tuo successo dato per scontato, la tua fatica quasi mai vista. Significa convivere con l’idea che non puoi “abbassare il tiro”, che devi tenere il ritmo, sempre.

E Isabella l’ha fatto. Ha portato avanti il suo cammino con una forza silenziosa, costante, vera. Ha scelto di non mollare, anche quando sarebbe stato più facile farlo. Ha lavorato su sé stessa, sui suoi limiti, sulle sue fragilità. E lo ha fatto in silenzio, senza rumore, senza cercare approvazione.

Ecco perché per noi la maturità non è l’esame. È il viaggio. È il modo in cui lo ha percorso. È il coraggio che ha avuto nell’imparare da sola a non farsi schiacciare dalle aspettative. È il valore che ha dato allo studio, non come obbligo, ma come scelta. È l’integrità con cui ha trattato ogni compito, ogni voto, ogni pagina letta a notte fonda.

Siamo fieri di lei non per un numero finale, ma per la sua coerenza. Per il modo in cui ha scelto di restare Isabella, mentre il mondo attorno le chiedeva di cambiare, di “semplificarsi”, di abbassare l’asticella. Isabella non ha mai abbassato niente. Ha solo alzato sé stessa.

E oggi, mentre va incontro al suo esame, noi siamo qui. A dirle che per noi il risultato lo ha già scritto da tempo.

Dieci per il cuore.

Dieci per la forza.

Dieci per la testa.

Dieci per l’impegno.

Dieci per la determinazione.

Il nostro voto, amore, non ha bisogno di essere ufficiale. È inciso dentro di noi.

Perché nella vita non conterà solo quello che scrivi su un foglio, ma come lo hai vissuto quel foglio bianco. E Isabella, il tuo foglio — quello della scuola, quello della crescita, quello di questi anni — è già pieno di valore.

In bocca al lupo, amore. Ma sappi che, comunque vada, per noi hai già superato tutto. Perché il percorso è tuo e lo hai reso bellissimo.

Quadro raffigurato: Girasoli di Van Gogh, 1888