Non si perde mai una persona. Al massimo, si cambia il modo di averla.
Siamo abituati a dire: “L’ho perso”, “L’ho persa”. Lo diciamo quasi con la stessa naturalezza con cui diremmo “ho perso il portafoglio”, “le chiavi”, “il treno”. Ma è davvero la stessa cosa?
Cosa si perde, davvero, quando una persona se ne va? La sua voce? La presenza fisica? Le abitudini condivise, gli sguardi familiari, le parole che sapevamo a memoria?
O perdiamo solo l’idea che avevamo di quella persona accanto a noi? Ci siamo illusi, a volte, che chi amiamo sia “nostro”. Che ci appartenga. Che resti, semplicemente perché lo vogliamo. Come se bastasse stringere forte per trattenere qualcuno.
Ma le persone non si possiedono. Non sono oggetti da custodire. Non sono cose da conservare tra le mani, su uno scaffale, nel telefono. Non possiamo controllarle, né salvarle dall’andarsene. E, soprattutto, non possiamo trattenerle dentro una definizione statica: “mia”.
Non sono nostre. Sono con noi — finché lo scelgono. E finché anche noi le scegliamo.
Allora viene il momento in cui qualcosa cambia. Non sono più vicine. Non ci chiamano più. Non ci cercano. Non camminano più nella nostra stessa direzione. E lì diciamo: “L’ho persa.”
Ma è vero? Una persona che hai amato può davvero andarsene del tutto?
Chi ti ha guardato come nessun altro, chi ha condiviso la notte, il tempo, le fragilità, chi ha ascoltato il tuo silenzio più lungo, può essere perso come si perde un ombrello? O forse resta?
Resta nel modo in cui parli, nelle canzoni che ascolti, in quel gesto che ti è rimasto addosso senza accorgertene.
Le persone non si perdono. Ritornano in forme nuove: in memoria, in nostalgia, in lezione. A volte in rimpianto. A volte in pace.
Ciò che cambia è il modo in cui le abbiamo. Non più al nostro fianco, ma dentro. Non più nella nostra quotidianità, ma nel nostro sguardo sul mondo. Non più nella parola “noi”, ma in tutto ciò che ci ha resi capaci di dire “io” con più verità.
E allora no. Non dire più “l’ho persa”. Non dire più “non è più mia”. Perché le persone non sono mai state nostre.
Sono state con noi. E a volte restano — anche dopo essere andate via.
Quadro raffigurato: Cristo nella tempesta sul mare di Galilea di Rembrandt, 1633