C’è un’idea un po’ romantica e un po’ ingenua, che spesso ci accompagna fin da giovani, che l’amore vero sia qualcosa che scorre liscio, in linea retta. Quando si trova il partner giusto, il resto deve essere una progressione naturale e tranquilla: ci si conosce, ci si innamora, si va a convivere, ci si sposa, si fanno figli, si cresce insieme e si arriva alla vecchiaia mano nella mano.
Poi arriva la realtà. E scopri che l’amore non è affatto una linea dritta. È una strada piena di curve, rallentamenti, deviazioni, soste obbligate e ogni tanto qualche retromarcia. Tuttavia è proprio lì, in quelle curve, che si misura la forza di una relazione.
Con il passare degli anni, l’amore cambia. Cambiamo noi, cambiano i ritmi, cambiano le priorità, cambiano i valori. Quello che all’inizio era fatto di farfalle nello stomaco e sguardi languidi, si trasforma. Diventa gesto, pazienza e presenza anche quando sei stanco, anche quando non hai più le parole giuste, anche quando i giorni sembrano tutti uguali.
E sì, a volte ci si perde. Ci si ritrova a distanza, a parlare più del menù della settimana che dei sogni nel cassetto. Soprattutto dopo anni di convivenza, dopo la nascita dei figli, dopo le fatiche lavorative, dopo che la quotidianità ha preso il sopravvento.
È per questo che i progetti condivisi sono fondamentali. Perché l’amore ha bisogno di orizzonti, piccoli o grandi, non importa: l’idea di qualcosa da costruire insieme è ciò che tiene vivo il “noi” e la direzione comune. Un viaggio, una casa da ristrutturare, un cambiamento di lavoro, una passione da coltivare, un sogno da inseguire o anche solo il desiderio di avere più tempo per sé come coppia, senza figli o scadenze.
I progetti sono il filo invisibile che tiene unita la coppia quando il resto scricchiola. Sono le fondamenta che resistono anche quando fuori piove.
Quando ci si pensa nel futuro, spesso ci si immagina in momenti speciali: un tramonto, una vacanza, un giorno di festa. Tuttavia, la vera poesia è nei gesti più piccoli. Io, ad esempio, mi immagino vecchia, non in un modo malinconico, ma con un’immagine tenera e concreta: io che non riesco più ad abbassarmi e lui, Paolo, mio marito, che mi mette le scarpe con pazienza. Non c’è niente di straordinario in questo gesto – ed è proprio per questo che lo trovo straordinario.
Invecchiare insieme è il sogno più semplice e più vero che possiamo coltivare. Significa scegliere ogni giorno di restare lì, di cambiare insieme, di non dare l’altro per scontato, anche dopo anni, anche quando i capelli diventano grigi e le ginocchia scricchiolano. È decidere di continuare ad avere progetti, anche se più lenti, anche se diversi.
E proprio in questo, l’amore si mostra come una curva libera, come un viaggio che non segue un’unica direzione ma che ci guida comunque verso un punto di arrivo, che può sembrare distante, ma che alla fine si rivela più autentico e profondo. Il disegno ad inchiostro Curva libera verso il punto di Kandinsky, simbolo di un movimento che si espande all’infinito, che non si limita a tracciare una retta ma che trova la sua espressione più piena nella libertà della curva, è l’esempio perfetto per descrivere l’amore: non qualcosa che si raggiunge in un punto definito, ma un percorso continuo, dove ogni deviazione è parte integrante della crescita, della scoperta reciproca e della forza che tiene insieme la coppia.
Quindi no, l’amore non è una linea retta. È una strada viva, piena di svolte, di cambiamenti, di scelte continue. E va bene così. Perché è proprio in quelle curve, in quelle salite e discese, che si scopre quanto forte possa essere un legame. Quanto possiamo ancora sorprenderci, ancora sceglierci, ancora immaginarci insieme, oggi, domani e anche quando ci servirà qualcuno che ci aiuti a infilare le scarpe.
Disegno raffigurato: Curva libera verso il punto di Vasily Kandinsky, 1925