Amore, Consapevolezza, Crescita, Desiderio, Donna, Felicità, Giudizio, Lavoro, Madre, Senso della vita, Sentimenti, Valori, Verità

IL VALORE CHE CI FA VALERE

Il dibattito contemporaneo su maternità e carriera sovente si concentra su come bilanciare due aspetti fondamentali per la realizzazione personale e sociale di una donna. La maternità, col suo valore intrinseco, rappresenta un pilastro essenziale per la costruzione di una famiglia ed è imprescindibile per la trasmissione di valori ed esperienze alle future generazioni.

Dall’altro lato, la carriera indubbiamente offre opportunità di crescita personale e indipendenza economica, rappresentando una piattaforma per contribuire attivamente alla società in maniera più visibile. La maternità è spesso vista come un atto di amore e dedizione incondizionati, un percorso che arricchisce e trasforma la vita di una donna. Il legame che si crea tra madre e figli, poi, è una delle connessioni più profonde e significative che esistano. Ma il valore della maternità non si limita alla dimensione privata: una società che sostiene le madri e riconosce il loro ruolo contribuisce a creare comunità più forti e coese.

La carriera, d’altra parte, rappresenta un elemento assai significativo per l’autorealizzazione e l’indipendenza di molte donne. Perseguire obiettivi professionali, sviluppare competenze e ottenere riconoscimenti per i propri sforzi è un bisogno importante, che permette di sentirsi parte attiva del mondo. Investire nel lavoro consente, inoltre, di costruire una sicurezza economica, fondamentale per molte donne che desiderano gestire la propria vita in modo autonomo.

Personalmente, da che ho memoria, il desiderio di essere mamma ha sempre fatto parte di me. Fin da bambina, sentivo un legame profondo, un allineamento e una forte sintonia con i bambini. Era come se occuparmi di loro fosse un istinto naturale, qualcosa che mi apparteneva e mi definiva. Già a cinque anni, mi prendevo cura di mia sorella Simona neonata – una peste inenarrabile – con una dedizione e un senso di responsabilità che sorprendevano tutti. Non era solo un gioco: era un riflesso di ciò che, già allora, sentivo affine al mio istinto materno. Nel corso degli anni, mi hanno messo in braccio cugini, vicini di casa, amici di amici.

Crescendo, quel desiderio inconsapevole non si è mai affievolito, diventando al contrario sempre più intenso. L’immagine di un bambino che si addormenta la sera sulla mia pancia o che mi abbraccia al mattino, appena sveglio, stringendomi forte, è sempre stata lì, come una bussola emotiva ad orientare le mie scelte. Per me, il valore della maternità ha sempre superato quello dell’affermazione professionale e non perché quest’ultima non sia importante, ma perché per me essere mamma rappresenta la mia massima realizzazione. E anche negli anni in cui ho spinto nel mondo del lavoro, ho sempre sentito un vuoto che mi ha portato a ricalibrare la mia direzione. Difatti, quando è nata Isabella, la prima emozione che ho provato è stata un senso di profonda completezza: finalmente c’era qualcuno che poteva prendere il mio amore in modo totalizzante. E così è stato anche per gli altri due cuccioli, Ettore e Ottavia.

Non nego che ci siano stati momenti di riflessione, in cui mi sono domandata se avrei potuto fare ancora di più sul piano lavorativo, ricevendo gratificazioni economiche superiori e mettendo a frutto tutta la creatività che mi contraddistingue e le idee che continuamente pulsano nella mia mente, alimentate dal percorso di studi e dai sacrifici che hanno caratterizzato la mia formazione.
Attraverso anche tanti momenti di difficoltà, soprattutto quando arrivo a fine giornata stravolta, con ancora una miriade di cose da fare. Senza contare i litigi tra Ettore e Ottavia; le sere passate a consolare Isabella afflitta da problemi inesistenti; la difficoltà di abbinare i calzini nelle varie tonalità di blu e a non confonderli con quelli neri; il non avere tempo nemmeno per farmi le sopracciglia: sono tutte situazioni che, spesso, mi hanno mandata in crisi. Ma ogni volta che ho avuto dei dubbi, il sorriso e l’abbraccio dei miei figli mi hanno riportata alla mia verità: loro sono il mio centro, ma soprattutto loro hanno bisogno di me.

La maternità, in realtà, è molto più che una serie di compiti pratici. Non si tratta, infatti, solo di sfamarli, lavarli, vestirli, accompagnarli a scuola o alle attività extracurriculari (lo sport, il catechismo, la musica, i pomeriggi con gli amici). Essere madre vuol dire essere una presenza costante, un punto di riferimento sicuro, qualcuno che, nei momenti di bisogno, con amore e delicatezza ti raccoglie “come un cucchiaino”, come dico sempre io.
Essere madre è una scelta che rinnovo ogni giorno, con gratitudine, anche se questo vuol dire che vado a dormire sempre stanchissima. Ma questa mia consapevolezza non implica un giudizio negativo su chi sceglie e agisce diversamente da me. Credo fermamente, infatti, che ognuno debba costruire la sua scala di valori, quella che rispecchia il proprio essere e il proprio senso della vita. Non esiste una formula universale per sentirsi bene, ma solo la coerenza con ciò che consideriamo importante per noi e che ci dia un senso di realizzazione autentica.

I valori personali sono la guida che orienta le nostre scelte e il nostro futuro. Vivere coerentemente con i propri valori è l’unico modo per raggiungere una felicità duratura. Tuttavia, molte persone affrontano la vita senza avere una chiara percezione di ciò che è davvero importante per loro. Questo porta spesso a insoddisfazione, frustrazione, indecisione e un senso di vuoto interiore. Forse è anche per questo che alcune amiche, che dedicano anima e corpo alla carriera, spesso convivono con sensi di colpa nei confronti dei loro figli. Capire quali sono i valori più alti per ciascuno di noi è un passo fondamentale per vivere pienamente. Quando agiamo in modo coerente con i nostri valori, sentiamo una forza interiore che ci sostiene anche nei momenti più difficili. Al contrario, vivere senza questa chiarezza può portarci a una vita di conflitti e indecisioni.

Quando i miei figli mi chiedono cosa fare davanti a un problema, la mia risposta è sempre la stessa: “Quando non sai cosa fare, pensa a chi vuoi essere”. Questa frase racchiude il senso della mia filosofia di vita: le scelte giuste non nascono solo dalla logica o dal desiderio, ma dalla coerenza con i propri ideali e valori. Tutto ciò cui diamo importanza diventa uno specchio della nostra identità. Ogni azione, ogni decisione, ogni minuto trascorso è una dichiarazione silenziosa di ciò che conta davvero per noi.

Essere mamma è il mio, personalissimo, modo di vivere coerentemente con i miei valori; è la mia scelta consapevole, quella che mi dà forza ed integrità. Non è sempre facile, anzi, e – lo ripeto – ho vissuto anch’io momenti di disorientamento, specie ora che i figli stanno crescendo e li sento – giustamente – allontanarsi da me. Tuttavia, saperli sereni e con la consapevolezza che, se tornano a casa, troveranno sempre qualcuno pronto ad accoglierli, ascoltarli e amarli, mi dà modo di pensare di avere agito correttamente.

Nonostante la mia scelta personale, però, credo fermamente che ogni donna debba avere la libertà di costruire la propria scala di valori. Alcune trovano la loro massima realizzazione nella carriera, altre nella maternità, altre ancora in un equilibrio tra le due. Non esiste una via “giusta” o “sbagliata”, ma solo quella che rispecchia il nostro essere. La felicità, infatti, non risiede nell’adesione a modelli imposti, ma nella capacità di essere autentiche e oneste con noi stesse. E quando ci rendiamo conto di non essere soddisfatte delle nostre scelte, forse è il momento di fermarci e riflettere: abbiamo davvero dato priorità a ciò che più conta per noi?

Nel corso della vita, poi, la scala dei valori può cambiare. Ciò che oggi è centrale, domani potrebbe essere secondario o viceversa. Ed è proprio questa flessibilità che ci permette di rimettere in gioco le nostre scelte, di reinventarci, senza mai tradire la nostra essenza. L’importante è avere il coraggio di seguire ciò che sentiamo, anche quando sembra difficile. Imparare a riconoscere ciò che è importante e agire di conseguenza, ci permette non solo di vivere una vita più autentica, ma anche di comprendere e affermare il nostro vero valore. In fondo, siamo i protagonisti delle nostre scelte: rendiamole significative.

Quadro raffigurato: Giovane contadina con tre bambini alla finestra di Ferdinand Georg Waldmüller, 1840