Autorealizzazione, Consapevolezza, Crescita, Famiglia, Figli, Genitori, Sentimenti

GENITORI ILLEGITTIMI

Con i genitori che mi contattano, parto sempre dal presupposto che ogni individuo ha il diritto di seguire la propria tendenza formativa verso l’autorealizzazione, cioè di diventare tutto ciò che si è capaci di diventare.

Se si cerca il nucleo della persona, si troverà una propensione positiva verso questa direzione e non una bestia difficile da domare.

Quando si vive in condizioni di libertà e fiducia, la persona può seguire qualsiasi direzione ma  di fatto spesso sceglie strade positive e costruttive, in cui riesce a sviluppare le proprie peculiarità, in armonia con il suo ambiente naturale e sociale.

Se quell’ambiente diventa la famiglia, allora il compito dei genitori è sicuramente quello di creare un clima rispettoso e facilitante in cui i figli possano esprimere la propria essenza.

Un genitore diventa efficace, quando antepone il valore della propria persona a qualunque altro, quando s’impegna nel promuovere lo sviluppo del potenziale creativo dei propri figli, quando incoraggia l’espressione sincera e immediata dei pensieri e dei sentimenti e, soprattutto, quando ascolta.

Tuttavia, per rendere possibile tutto questo è necessario sviluppare una facoltà propedeutica che è propria di ogni individuo l’essere autentico.

Quando si diventa genitori si comincia ad assumere un ruolo e a recitare una parte, dimenticando di essere delle persone con difetti e limiti. Un genitore vuole essere qualcosa di meglio di una semplice persona e rincorre un’ideale che non esiste.

Sente di dover essere sempre all’altezza della situazione e di dover sempre amare i figli, incondizionatamente. Mette da parte i suoi bisogni e si sacrifica, in nome di un senso di responsabilità quasi alieno.

Ma dimenticare la propria umanità è il primo grande errore di chi diventa genitore. Un genitore, infatti, non dovrebbe mascherare i propri reali sentimenti, né esprimere un‘accettazione assoluta dei comportamenti dei figli. Anzi, per essere efficace deve dotarsi di sentimenti sia positivi che negativi nei loro confronti.  Può anche essere vulnerabile e incoerente, ma proprio per questo può aiutare i figli a crescere.

Difatti in una relazione intima come quella tra figlio e genitore non bisognerebbe mai fingere perché i figli sono abilissimi nel cogliere i veri sentimenti dei genitori anche attraverso i messaggi non verbali che vengono recepiti in modo inconsapevole.

I segnali contraddittori e confusi che ricevono – davanti ad un’accettazione che a loro sembra disonesta- può provocare insicurezza, ansia e alla lunga anche la sensazione di non essere amati, perché questo atteggiamento contrastante del genitore – che dice una cosa, ma ne pensa un’altra – ne mette in dubbio l’onestà.

Sebbene i figli preferiscano essere accettati, reagiscono comunque positivamente alle qualità di schiettezza e umanità dei genitori, quando questi inviano messaggi e sentimenti autentici e onesti.
E li accettano maggiormente proprio quando sono persone, e non quando sono degli attori che si sforzano di recitare una parte. In fondo, a loro piace parlare in questo modo: i miei genitori hanno dei difetti, ma mi piacciono ugualmente!

Quadro raffigurato: La famiglia Bellelli di Edgar Degas, 1958-1967