C’è un momento nella vita di ogni appassionato di cinema in cui l’attesa per un nuovo film si trasforma in un’esperienza quasi fisica, un fremito di emozione che cresce ogni giorno di più. Per me, questo momento è arrivato con l’annuncio di Odissey, il prossimo progetto di Christopher Nolan. Come nolaniana convinta e amante dell’epica antica – ho persino scritto una tesi su Omero! – questo film rappresenta l’incontro perfetto tra due delle mie più grandi passioni.
Essere una “Nolaniana” non è semplicemente un modo per dichiarare la mia ammirazione per questo genio cinematografico; è un manifesto, un’identità. Nolan, infatti, non è solo un regista: è un creatore di universi, un filosofo del tempo e dello spazio che ci invita, attraverso i suoi film, a esplorare le profondità della mente umana e le complessità della realtà. Ogni suo lavoro è una sfida, un puzzle da decifrare, un’opera che ti lascia con più domande di quante risposte offra. Ed è proprio questo che amo: la possibilità di perdermi in storie che non si limitano a intrattenermi, ma mi provocano, mi stimolano e mi costringono a pensare.
Quando ho saputo che Odissey potrebbe essere ispirato al viaggio epico di Ulisse, il mio cuore ha fatto un balzo. L’idea che Nolan possa reinterpretare uno dei testi fondanti della cultura occidentale attraverso la sua lente unica, è semplicemente elettrizzante.
La possibilità di vedere un’Odissea moderna, magari ambientata in un futuro distopico dove i mari da solcare sono quelli dello spazio o della mente, è un sogno per chi, come me, ama i film che ti sfidano a comprendere qualcosa di più grande di te stesso. Nolan, con la sua capacità nel raccontare storie complesse e stratificate, sembra il regista perfetto per questo progetto.
Tuttavia, ciò che rende il suo stile davvero unico non è solo il talento innato, ma anche il dialogo profondo con le influenze artistiche che lo hanno nutrito. Tra queste, la pittura di Francis Bacon occupa un posto di rilievo, dimostrando quanto le arti possano contaminarsi e arricchirsi reciprocamente.
Francis Bacon, con la sua capacità di catturare l’essenza tormentata dell’animo umano, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte. Le sue figure deformate, spesso intrappolate in spazi claustrofobici e circondate da tonalità cupe, evocano un senso di angoscia e isolamento che si ritrova in molte delle opere di Nolan. Bacon non rappresentava solo il dolore fisico, ma anche quello psicologico, creando immagini che sembrano vibrare di tensione emotiva.
Questa estetica trova eco nei film di Nolan, dove la psicologia dei personaggi è spesso al centro della narrazione. Una delle manifestazioni più evidenti dell’influenza di Bacon si può vedere nel Joker di Heath Ledger ne Il Cavaliere Oscuro. Il personaggio, con il suo volto segnato e la sua personalità disturbante, incarna un senso di deformazione sia fisica sia emotiva che ricorda i ritratti di Bacon. Il caos interiore del Joker si riflette nel modo in cui Nolan ne costruisce la figura, utilizzando l’oscurità e il disordine per amplificare la sua presenza inquietante.
Altri esempi si possono trovare in Interstellar e Inception, film che amo particolarmente, dove gli spazi onirici e distorti evocano la claustrofobia dei dipinti di Bacon. Le scene di corridoi infiniti e di architetture che sfidano la logica ricordano gli ambienti chiusi e opprimenti delle opere del pittore. In Tenet, questa idea di frammentazione e distorsione è riflessa nel concetto stesso di inversione temporale. I personaggi e gli eventi si muovono in direzioni opposte nel tempo, creando una sensazione di disorientamento.
L’influenza di Bacon è evidente anche nella colonna sonora, quasi sempre creata da Zimmer, e nella fotografia dei film di Nolan. L’uso di tonalità scure, ombre profonde e luci intermittenti crea un senso di instabilità che amplifica il dramma psicologico dei personaggi. Questa attenzione per i dettagli visivi ed emotivi dimostra quanto il regista abbia saputo reinterpretare l’estetica di Bacon per adattarla al linguaggio cinematografico, parlando direttamente al cuore dello spettatore.
Non ci resta, allora, che attendere con entusiasmo il completamento delle riprese di Odissey, che promette di spingersi ancora oltre nella ricerca di nuove forme espressive. Le aspettative sono altissime e, in famiglia, abbiamo già iniziato il conto alla rovescia! Siamo certi che il regista saprà sorprenderci ancora una volta, dimostrando come l’arte, in tutte le sue forme, possa continuare a evolversi e a parlare al nostro tempo.
Quadro raffigurato: Studio dal Ritratto di Innocenzo X di Francis Bacon, 1953