Qual è il vero ruolo di un leader? Più ancora, cosa vuol dire esattamente essere un leader?
La risposta a questi quesiti può essere tratta da Invictus, un bellissimo film diretto da Clint Eastwood e interpretato con ammirabile convinzione dal bravissimo Morgan Freeman, i quali hanno confezionato una pellicola poetica e potente su uno dei più grandi leader del nostro tempo: Nelson Mandela.
Questo lungometraggio descrive un vero e proprio modello di competenza, che consente di riconoscere nel personaggio principale l’essenza quasi visionaria del Vero Capo: guidare con l’esempio, entusiasmare il gruppo, essere umile, tenace e, soprattutto, avere la capacità di guardare oltre.
In fin dei conti, la stessa parola leader deriva dal verbo inglese TO LEAD, condurre.
C’è, tuttavia, un passaggio del film che più di tutti mi ha colpita ed è quando Mandela afferma che, per costruire una nazione, qualsiasi essa sia, bisogna superare le proprie aspettative utilizzando ogni mattone a disposizione. Solo così si potrà essere protagonisti della propria vita.
La platea alla quale si rivolge ‒ nella costruzione narrativa della pellicola, la squadra di rugby che vuole spronare alla vittoria ‒ lo ascolta, gli crede e vince.
Per raggiungere questo straordinario obiettivo, Mandela non impiega una leadership basata sul potere e sull’autorità, bensì crea con la squadra una connessione emotiva, mette in parole la propria vision del futuro e ascolta i bisogni dei propri interlocutori.
In breve, è stato emotivamente intelligente.
Ha infatti compreso che i sentimenti non solo ci condizionano, ma influenzano anche chi ci circonda e le sue prestazioni.
È stato consapevole, franco, empatico, ragionevole, integro e ha avuto una forte motivazione.
Un leader motivato vuole fare più di quanto gli viene richiesto, oltrepassando le aspettative altrui e le proprie: riuscire, ottenere e realizzare sono infatti le parole chiave di una leadership di successo.
E tutto questo deve avvenire nel rispetto assoluto dei sentimenti e delle diversità degli altri, perché ‒ fuor di metafora ‒ soppesare le emozioni della propria squadra di lavoro e considerarle parte integrante del processo decisionale porterà sempre ad una scelta ragionata e vincente.
I traguardi importanti non si raggiungono mai da soli.
Immagine raffigurata: murales di Nelson Mandela, Il condominio dei diritti umani di Jorit – Firenze 2018