Chiedere perdono è una delle cose più difficili che possiamo fare. Ci mette a nudo. Ci costringe a guardare negli occhi ciò che vorremmo dimenticare: l’errore, la ferita che abbiamo causato, le parole sbagliate, il silenzio che ha fatto male, la scelta che ha tradito la fiducia. Eppure, è proprio in quel gesto, spesso tremante e pieno di pudore, che accade qualcosa di grande: torniamo umani, torniamo veri.
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MUOVITI!

Sì, lo ammetto, sono fissata con Dante. Per me, lui non è solo uno dei più grandi poeti della storia: è stato un illuminato, qualcuno che ha visto oltre il suo tempo, che ha compreso profondamente la natura dell’anima umana, anticipandoci tanti insegnamenti che oggi possiamo ancora applicare nella nostra vita.
IL LEGAME KARMICO TRA GENITORI E FIGLI

Esiste una credenza profonda che dice che prima di nascere, le anime scelgano i genitori. Non sono semplici casualità o destinazioni imposte, ma veri e propri accordi cosmici, dove i figli selezionano con amore e consapevolezza le persone che li guideranno nella vita.
In questa visione, la nascita non è un atto di pura casualità, ma una parte di un viaggio che ha radici ben più profonde. La scelta dei genitori, infatti, è spesso un cammino che porta con sé una grande lezione: quella di affrontare, guarire e superare le ferite karmiche.
IL RISVEGLIO

La fede non è un concetto. Non è una dottrina, né un’abitudine che si eredita o si imita. La fede è un atto vivente. Un respiro dell’anima. Una fiducia che nasce nel cuore quando la mente si arrende. Eppure, a volte, sembra addormentata.
Ci sono giorni in cui tutto appare vuoto, lontano, muto. Momenti in cui ci chiediamo: “Dov’è Dio? Perché non sento più nulla? Perché la luce sembra essersi spenta?” Ma la verità è che la fede non muore mai.
RES

“Ti dipingerò gli occhi solo quando avrò conosciuto la tua anima.” Modigliani lo diceva così, con la semplicità di chi non cerca di piacere, ma di penetrare il mistero. I suoi ritratti sono celebri per quegli occhi vuoti, non finiti, come finestre chiuse. Tuttavia, la sua arte non è mancanza. È intenzione. Per lui gli occhi non erano un dettaglio anatomico da copiare, ma il punto sacro della verità di una persona. E se l’anima non si mostrava, allora lo sguardo restava cieco.