Molti mi hanno scritto chiedendomi di ripubblicare alcuni esercizi di arteterapia che erano presenti nel vecchio sito. Ho pensato allora di iniziare da uno dei più semplici, ma anche dei più profondi e trasformativi: il body tracing. Un esercizio che faccio regolarmente con i miei figli e che ogni volta porta in superficie piccole verità inaspettate. Isabella per ora è esonerata — la maturità le reclama ogni cellula — ma sa bene che questo esercizio l’aspetta, puntuale, appena si allenterà la tensione. È un appuntamento con sé stessi che non si può rimandare troppo a lungo.
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LA PERFEZIONE DEL DUE

Il cuore umano è qualcosa di straordinario, non solo perché ci tiene in vita, ma anche per quello che ci insegna ogni volta che fa rumore. Ogni battito del cuore è fatto di due movimenti: la sistole, quando il cuore si stringe per spingere il sangue, e la diastole, quando si rilassa per riempirsi di nuovo. Questo ciclo di due momenti si ripete continuamente, mantenendo il nostro corpo vivo e in movimento.
Il cuore, quindi, batte due volte e in questo battito doppio possiamo trovare una lezione importante: il numero due è la via dell’amore, della vita, di tutto ciò che ci lega agli altri.
BUON COMPLEANNO TATINA!

Oggi Ottavia compie 9 anni. E no, ovviamente non è a casa. È a Pila con il fratello, in una dimensione parallela fatta di sole, giochi e probabilmente un numero spropositato di calzini spaiati che le ho messo in valigia. Io? Ne approfitto per riposarmi. O almeno questo è il piano ufficiale. Perché si sa, quando un figlio è fuori casa, il genitore medio si divide tra tre fasi: “Finalmente un po’ di silenzio!”, “Che strano, c’è troppo silenzio…”, “Oddio mi mancano. Ma non dovevo riposarmi?!”.
DA O A 3

Qualche giorno fa, mentre riordinavo vecchie scatole di CD, ne ho trovato uno che mi ha fatto sorridere e commuovere allo stesso tempo: il primo disco di Ultimo, che avevo regalato a mia figlia quando era più piccola. Era uno di quei regali fatti quasi d’istinto, spinta più dall’intuizione che dalla moda del momento. Eppure, oggi capisco quanto fosse speciale.
LE MAESTRE SONO PUNTINI

Oggi Ettore ha chiuso un ciclo. L’ho visto uscire da scuola, con quel passo un po’ più sicuro del solito e un sorriso che nascondeva una grande emozione. Ha finito la quinta elementare. Un traguardo che, visto da fuori, può sembrare piccolo, ma che dentro di me ha fatto rumore. È un passaggio silenzioso ma profondo, come certe svolte della vita che capisci solo dopo.