Sono tornata al Vittoriale, dopo tantissimi anni. Ci ero stata da studentessa, quando tutto mi sembrava enorme, distante, quasi incomprensibile. Il Vittoriale, con la sua architettura surreale e i suoi spazi affollati, era un mondo a parte. Lì dentro ci sono i miei sogni universitari, sparsi tra una gita organizzata e un taccuino pieno di appunti maldestri. Ricordo l’impressione di quel luogo, ma non avevo ancora gli strumenti per decifrarlo davvero.
Author: Barbara Ventre
I SOGNI E IL MONDO ASTRALE

A volte ci dimentichiamo che la vita non è solo quella che vediamo con gli occhi o tocchiamo con le mani. C’è un’altra parte di noi, più sottile, che ogni notte si risveglia quando ci addormentiamo. E mentre il corpo riposa, qualcosa in noi si muove altrove. È come se l’anima uscisse a respirare, a ritrovare ciò che ha perso, a curare ciò che ancora fa male. Secondo tante antiche tradizioni e insegnamenti spirituali, quello che chiamiamo “sogno” è in realtà una porta.
LA PERFEZIONE DEL DUE

Il cuore umano è qualcosa di straordinario, non solo perché ci tiene in vita, ma anche per quello che ci insegna ogni volta che fa rumore. Ogni battito del cuore è fatto di due movimenti: la sistole, quando il cuore si stringe per spingere il sangue, e la diastole, quando si rilassa per riempirsi di nuovo. Questo ciclo di due momenti si ripete continuamente, mantenendo il nostro corpo vivo e in movimento.
Il cuore, quindi, batte due volte e in questo battito doppio possiamo trovare una lezione importante: il numero due è la via dell’amore, della vita, di tutto ciò che ci lega agli altri.
BUON COMPLEANNO TATINA!

Oggi Ottavia compie 9 anni. E no, ovviamente non è a casa. È a Pila con il fratello, in una dimensione parallela fatta di sole, giochi e probabilmente un numero spropositato di calzini spaiati che le ho messo in valigia. Io? Ne approfitto per riposarmi. O almeno questo è il piano ufficiale. Perché si sa, quando un figlio è fuori casa, il genitore medio si divide tra tre fasi: “Finalmente un po’ di silenzio!”, “Che strano, c’è troppo silenzio…”, “Oddio mi mancano. Ma non dovevo riposarmi?!”.
DA O A 3

Qualche giorno fa, mentre riordinavo vecchie scatole di CD, ne ho trovato uno che mi ha fatto sorridere e commuovere allo stesso tempo: il primo disco di Ultimo, che avevo regalato a mia figlia quando era più piccola. Era uno di quei regali fatti quasi d’istinto, spinta più dall’intuizione che dalla moda del momento. Eppure, oggi capisco quanto fosse speciale.