La crocifissione di Cristo è, senza dubbio, uno dei temi più iconici e significativi della storia dell’arte, affrontato da innumerevoli pittori attraverso i secoli. Questo evento centrale della cristianità ha ispirato opere di straordinaria bellezza e profondità, in grado di trasmettere emozioni universali e riflessioni spirituali. Tra queste, una delle interpretazioni più straordinarie e innovative è senza dubbio il dipinto Cristo di San Giovanni della Croce, realizzato nel 1951 dal geniale artista spagnolo Salvador Dalí, oggi esposto al Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow.
Dalí, noto per il suo spirito surrealista e la sua capacità di sfidare i confini dell’arte tradizionale, si ispirò a un disegno di San Giovanni della Croce, un mistico e poeta spagnolo del XVI secolo. Tuttavia, l’interpretazione di Dalí va oltre la semplice riproduzione. Il dipinto presenta una visione aerea e tridimensionale di Cristo sulla croce, osservata dall’alto, che trasmette un senso di distacco e di trascendenza. Questa prospettiva inusuale rompe con la tradizione artistica classica, che raffigurava la crocifissione da un punto di vista frontale o laterale.
Un altro elemento innovativo del dipinto è l’assenza di ferite, spine, tracce di sangue o sofferenza sul corpo di Cristo. Dalí scelse di rappresentare il Salvatore in una forma idealizzata e serena, enfatizzando l’aspetto spirituale e divino piuttosto che quello umano e doloroso. La croce diventa un elemento secondario, quasi un supporto astratto per una figura che si libra al di sopra delle miserie terrene. Questo approccio riflette la visione personale dell’artista, che vedeva Cristo si come simbolo di sacrificio, ma anche di luce e redenzione, una figura glorificata che incarna la vittoria dello spirito sulla materia.
La luce svolge un ruolo fondamentale nell’opera, avvolgendo il corpo di Gesù ed enfatizzandone l’aura divina. Il paesaggio sottostante, dominato da un mare tranquillo con alcune imbarcazioni, accentua il contrasto con l’intensità del dramma della crocifissione. Il capo e la schiena di Gesù sono rischiarati dalla luce divina, che tramite il Figlio illumina anche il paesaggio. In particolare, lo specchio d’acqua con una barca e due pescatori potrebbe richiamare simbolicamente Pietro e, di conseguenza, la Chiesa, guidata verso acque sicure. Cristo, infatti, sospeso sopra questa vasta distesa, sembra vegliare ieraticamente sul mondo sottostante, offrendo una via di salvezza e redenzione.
Questo equilibrio tra serenità e sofferenza suggerisce che, attraverso il sacrificio, si può raggiungere la pace e la salvezza.
Dalí riesce a unire simbolismo e realtà in modo unico. Il mare, infatti, nel dipinto non è solo un elemento metaforico, ma anche un paesaggio reale, ispirato alla costa della Catalogna, terra natale dell’artista. Questa scelta radica l’opera in un contesto concreto, rendendo il messaggio spirituale accessibile e universale.
Con il suo approccio visionario, Dalí ha trasformato un tema tradizionale in un’opera che continua a ispirare e sollecitare riflessioni. Cristo di San Giovanni della Croce è molto più di una rappresentazione pittorica: è un ponte tra l’arte, la spiritualità e l’umanità. Attraverso questa nuova lettura della sofferenza di Cristo, Dalí ci ricorda che il dolore, se interpretato sotto una luce diversa, può diventare una via per comprendere il divino e il nostro ruolo nel mondo.
Una composizione insolita ed innovativa che, attraverso un ricco e complesso – ma pur sempre accessibile e “tradizionale” – apparato figurativo e cromatico, crea un forte impatto emotivo, capace di rendere possibile e fruibile all’osservatore quell’esperienza contemplativa che la “via pulchritudinis” sa donare al cercatore di bellezza e verità.
Attraverso questo capolavoro, Dalí ci insegna che l’arte non è semplicemente uno specchio del mondo, ma uno strumento potente per reinventarlo, per esplorare nuovi significati e possibilità. La sua capacità di combinare maestria tecnica, immaginazione e profondità filosofica lo rende uno degli artisti più straordinari del XX secolo. Cristo di San Giovanni della Croce continua a ricordarci che l’arte è un viaggio senza fine verso l’eterno.
Quadro raffigurato: Cristo di San Giovanni della Croce di Salvator Dalì, 1951