Ottavia mi dice spesso che sono come un serpente, perché cambio sempre pelle. E ha ragione. Mi piace trovare soluzioni nuove, cambiare idea, rimettere tutto in discussione, anche se questo può sembrare faticoso o incoerente agli occhi degli altri. Proprio per questo, sto continuando a riflettere su una questione: come mai a volte scegliere ci blocca così profondamente? Perché la parola “scelta” spesso si trasforma in un peso, in un momento di confusione e paralisi, più che in un atto di libertà?